DAL NOSTRO INVIATO TERNI - Il progetto, per ora sospeso, è di realizzare, accanto all'elettrodotto da 150 mila volt, un nuovo doppio elettrodotto da 380 mila volt, lungo 16 kilometri. . Con l'elettrosmog e gli elettrodotti, dicono in Valnerina, bisogna seguire il , così come raccomandano Organizzazione mondiale della Sanità e Icnirp (Commissione internazionale per la protezione dalle radiazioni non ionizzanti). In concreto, il principio suggerito dall'Oms significa tre cose. La prima (citiamo il documento nella traduzione fornita dall'Enel): . La seconda: gestire i rischi avendo sempre ben presente la regola del . La terza, infine, è un acronimo: ALARA (As Low As Reasonably Achievable), che significa non correre pericoli pi- alti di quanto sia ragionevole, per evitare conseguenze dannose. Non solo per la salute, sottolinea l'Oms, ma anche per l'occupazione e l'ambiente. , sostiene il Comitato. Che ha formalizzato la protesta in ricorsi e denunce inviate al governo e alla magistratura, dopo aver occupato pacificamente per quaranta giorni la zona interessata dalla nuova opera. Siamo a due passi dalla cascata delle Marmore, dal Parco naturale Nera-Velino e da Papigno, il borgo in cui si trova la vecchia fabbrica di carburo adattata a lager per il film di Roberto Benigni. Dal colle Statte, la valle è incantevole. Ma come sarà con il nuovo super-elettrodotto? Per immaginarlo, basta guardare i basamenti, già realizzati, dei tralicci (che saranno alti 70-80 metri): ciascuno di essi misura 400 metri quadrati. Gli ambientalisti li hanno circondati di cespugli di rose e cartelli polemici. "Enel, lasciaci morire di vecchiaia, "Enel, a te i profitti, a noi più malattie e più degrado", . Ma al super-elettrodotto si sono opposti, oltre alle associazioni ambientaliste, anche Regione Umbria, Provincia di Terni, Comuni di Terni e Spoleto, Consorzio del Parco fluviale del Nera e Comunità montana, che invano hanno chiesto di sottoporre l'opera alla valutazione di impatto ambientale. Per fermare l'Enel è dovuto intervenire il governo. Il motivo della grave decisione è in una lettera che l'ex ministro dei Lavori pubblici Enrico Micheli, ora sottosegretario alla Presidenza del Consiglio, inviò l'anno scorso a Palazzo Chigi: "E' sbagliato forzare da parte dell'Enel -scrive Micheli- per procedere a realizzare oggi opere che potrebbero essere demolite domani. Che senso ha, in particolare, affrontare scontri e problemi di ordine pubblico, legittimandosi dietro norme destinate a cadere?". "E' un risultato positivo -commenta Gilberto Bordoni, uno dei ricorrenti, piccolo allevatore di cavalli Appalousa-. Sarebbe stato meglio però se il governo avesse sospeso i lavori non fino alla pronuncia del giudice (prevista per l'otto giugno scorso, l'udienza è stata rinviata al prossimo 27 luglio, ndr), ma fino all'approvazione della nuova legge-quadro sui limiti di esposizione ai campi elettromagnetici" . La legge, a un passo dall'approvazione in Parlamento, prevede un limite di esposizione (0,2 microtesla) 500 volte inferiore a quello vigente."dovrebbe essere un elemento di riflessione in pi- prima imbarcarsi nella realizzazione certe opere, o insistere nel completamento quelle corso -dice Gianni Mattioli, verde, ministro per le Politiche comunitarie-. Invece l'Enel continua imperterrita a difendere i suoi ecomostri, orribili e pericolosi. Penso Striano Sapri, Campania. Oppure al forte Bard, Hone, Val d'Aosta>. Sono tre casi, e nemmeno gli unici, davvero singolari, quelli indicati da Mattioli. A Hone, mentre la Regione stanzia 26 miliardi per recuperare la fortezza napoleonica di Bard e rilanciare l'economia e il turismo della Bassa Valle, al vecchio elettrodotto da 15 mila volt si sono aggiunte le linee Covalou-Montestrutto da 132 mila volt e Valpelline-Leinì, da 220 mila. . A Sapri, proprio sull'omonimo golfo, che rientra nel più ampio golfo di Policastro, ecco i tralicci e le cabine di una linea da 150 mila volt. Dal mare, o dall'alto, lo spettacolo è ugualmente orrendo. In più, i tralicci sono stati piantati nel bel mezzo di un'azienda agrituristica sorta con i contributi regionali, a pochi metri dalla vecchia casa padronale ristrutturata come albergo. Anche in questo caso ci sono state denunce per i presunti abusi commessi da Enel, ricorsi (al Tar, tre, che però in 15 anni non ha trovato il tempo di discuterne almeno uno), interrogazioni parlamentari. . Anche qui, la partita si giocherà in tribunale. A Striano, invece, reclamano che sia la politica a decidere il futuro. Si trovano a metà strada fra le turbolenze del Vesuvio e il terrore di Sarno, dove una frana, il 6 maggio '98, si portò via 161 persone. Qui, su un'area di 120 mila metri quadrati, dovrebbe sorgere una grossa stazione Enel (due linee di 380 mila volt in entrata e una decina da 220 mila in uscita) contro cui sono insorti il Conacem (l'associazione contro i campi elettromagnetici) della Campania e i sindaci di una decina di Comuni. Gli stessi che con un documento finora inedito, datato 6 marzo '98, cioè della frana, si espressero invano contro la costruzione della centrale di Striano. Adesso, insieme a Eleonora Boccia, sindaco di Striano, ci sono anche quelli dei comuni del Vallo di Lauro. . Per ora un rischio scongiurato dall'intervento del governo, che anche qui ha costretto l'Enel a sospendere i lavori. E la compagnia elettrica cosa dice? E' quel che accade a Terni, Hone, Sapri e Striano, in termini di salute, impiego di denaro pubblico, rispetto dell'ambiente? Lo abbiamo chiesto ripetutamente a Enel per giorni. Risposta: . Ma la società avrà pure una posizione ufficiale in merito? .

Carlo Vulpio